tradimenti
la visita
di spanio220
24.10.2015 |
3.348 |
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"La sera successiva puntuale come un orologio svizzero mi presentai allo studio del medico, nella sala d’aspetto c’era ancora un signore che aspettava alcune..."
Ultimamente avevo avuto qualche piccola difficoltà mentre facevo sesso con mia moglie, nel mezzo di un rapporto sessuale il mio amico mi lasciava e vagava per conto suo nel senso che crollava e non c’era verso di farlo resuscitare. Nonostante tutti gli sforzi che mia moglie compisse la situazione rimaneva catastroficamente immobile. Ovviamente visto l’imbarazzo che mi creava questa situazione avevo anche annullato tutte le mie uscite con esponenti dell’altro sesso onde evitare figuracce catastrofiche. Mentre prima inventavo scuse con mia moglie per poter uscire con altre donne, ora inventavo scuse con le altre donne per evitare di uscire ed espormi a flop clamorosi. Passato qualche giorno di depressione mi decisi e telefonai al medico di famiglia per un appuntamento. Il mio medico di famiglia è una donna, circa cinquant’anni, bionda e molto professionale. Insomma uno di quegli esseri asessuati che non si riescono a vedere se non in veste professionale. Durante la nostra conversazione le dissi che avevo dei problemi di carattere personale, dei quali non mi andava di parlarle per telefono e quindi avevo necessità di fissare un appuntamento per parlarle. Viste le mie esigenze lavorative mi fissò l’appuntamento per il giovedì successivo alle 19,30 come ultimo paziente del giorno. La sera successiva puntuale come un orologio svizzero mi presentai allo studio del medico, nella sala d’aspetto c’era ancora un signore che aspettava alcune ricette e mi informò sbuffando che la segretaria già era andata via quindi appena finita la visita alla signora che era dentro lui avrebbe chiesto i medicinali e sarebbe andato via. Visto il mio abbigliamento e la borsa che porto sempre con me, mi scambiò per un rappresentante di farmaci e si lamentò del tempo che i miei “colleghi” avevano fatto perdere alla dottoressa. Per non rovinargli le certezze mi astenni dal comunicargli che ero un paziente come lui. Passati alcuni minuti la signora che si stava visitando uscì, il signore ritirò le sue preziosissime ricette e se ne andò. La dottoressa uscì dalla sala visite, chiuse la porta e poi mi fece entrare nel suo ambulatorio. Dopo i soliti convenevoli mi disse di esporle il mio problema. Lì iniziò una fatica enorme, perché un conto è parlare con se stessi o con n amico e dirgli “Mentre stavo scopando mi si è ammosciato il cazzo” un altro è cercare di dire la stessa cosa ad un medico per di più donna, e ora che la guardavo meglio tutt’altro che da buttare. Altezza media, bionda, occhi azzurrissimi, magra con due seni che sotto il camice sbottonato si vedeva fossero di una certa consistenza. Inizia arrossendo non poco a dire che negli ultimi tempi avevo dei problemi, dei problemi che si presentavano alle volte e che poi e che e che…… insomma alla fine lei capì quale fosse il problema e si lanciò in una dissertazione sul fatto che comunque lei fosse un medico ed era abituata a trattare con pazienti di entrambi i sessi e che anche gli uomini dovevano vederla sotto quell’aspetto. Finito che ebbe mi cominciò a porre domande sul mio fare sesso, su quante volte a settimana lo facessimo, se mi era accaduto altre volte in passato, e così chiedendo prendeva appunti su tutte le mie risposte. Passò poi a domande più precise, mi chiese di descriverle l’ultimo rapporto sessuale dall’inizio alla fine raccomandandosi di non trascurare alcun particolare. Alla fine del racconto mi chiese “Ma è sempre così?” “No, risposi, alle volte i preliminari durano molto di più, a seconda delle voglie del momento, non seguo mai un copione” “E le altre volte quanto dura?” “A seconda, alle volte superiamo abbondantemente l’ora, tutto compreso”. Intanto che parlavamo la vedevo sempre meno come medico e sempre più come una bella donna. Dando un’occhiata ai suoi appunti mi disse “Potrebbe essere un inizio di ingrossamento della prostata, ma per essere più precisa dovrei visitarla, ma prima occorre vedere il suo getto d’urina. Dovrebbe orinare davanti a me, se la sente?” A questo punto ero in ballo e tanto valeva ballare. “Se è necessario…” Mi indicò una porta nel suo studio e mi disse di precederla. Dietro la porta c’era il bagno, io mi posizionai in vicinanza del water e attesi, quando entrò aveva indossato un guanto di lattice, mi disse di iniziare a fare pipì. Mi sbottonai i pantaloni ed estrassi il mio cazzo accingendomi alla bisogna. La dottoressa si posizionò in modo tale da poter osservare bene il getto e con fare noncurante mi prese il pisello in mano “Per valutare meglio la portata del getto” Inutile dire che al contatto ci fu un risveglio furioso. Immediatamente invece di pisciare iniziò ad inturgidirsi “Così mi riesce difficile pisciare” “Allora c’è un altro metodo, l’esplorazione rettale” “Veramente non amo che mi si introduca nulla nel culo” “E allora non resta che il sano vecchio metodo” Così dicendo inizio a far scorrere la mano su e giù sul cazzo che in brevissimo tempo raggiunse il massimo della sua erezione. Ero molto in imbarazzo perché non sapevo se stesse veramente visitandomi oppure fosse un approccio sessuale. Ci pensò lei a risolvere ogni dubbio, si chinò e prese il mio cazzo in bocca, non avevo mai sentito parlare di pompini curativi. A questo punto non potevo più tirarmi indietro, neanche ne avevo voglia. Allungai le mani e presi quei seni che avevo solo intuito sotto il camice. La maiala non portava il reggiseno e i capezzoli reagirono subito al tocco inturgidendosi. Non mi ero sbagliato, due pani caldi e pieni, pesanti al punto giusto con due capezzoli appuntiti che facevano venire voglia di morderli. Le tolsi il camice e la maglia che portava, godendomi lo spettacolo dei seni in libertà, lei si tolse il guanto e prese con la mano nuda il mio uccello e continuando a segarmi mi portò fino al divano dell’anticamera dove iniziò a slacciarmi la cintura dei pantaloni per arrivare a togliermeli lasciandomi con giacca cravatta e cazzo svettante. Non ci volle molto che fossimo entrambi nudi, lì ebbi la piacevole sorpresa di scoprirla bionda naturale, avendo il ciuffetto della fica rado e biondo. Iniziai così a ricambiare il lavoro fatto leccando prima le grandi labbra e passando poi al clitoride che man mano usciva dall’apertura. Lei ad un certo punto mi fece distendere sul divano e mi salì sopra per fare un classico 69. Io adoro leccare la fica e appena posso infilo la lingua anche nel culo, mi si presentò l’occasione e dopo un po’ di leccate alla vagina iniziai a leccarle il culo, dapprima esternamente poi man mano che si rilassava e si inumidiva, vedendo il gradimento inizia ad infilare dentro un pezzetto di lingua dilatando le natiche con le mani. Più allargavo il forellino e più lei si contorceva dal piacere, quando ripassavo velocemente le lingua sulla fica sentivo sempre più umori che le scendevano dalle grandi labbra, nel frattempo lei pompava senza smettere un secondo il mio cazzo che reclamava la possibilità di liberarsi schizzandole tutto in bocca. Le dissi che se continuava così non rispondevo più dei risultati, e lei con un sospiro lasciò la presa “Ma tu non smettere, continua che mi piace”. La feci mettere a quattro zampe così potevo avere a portata di lingua sia la fica che il culo e ripresi con quest’alternanza di lingua infilata un po’qua e un po là continuando ad allargarle il buco posteriore. Ad un certo punto sentii dalla sua gola uscire un rantolo sempre più forte con un’accelerazione del respiro come chi ha corso a perdifiato, e nello stesso istante crollò di lato in preda a movimenti inconsulti del bacino e delle gambe, la dottoressa aveva raggiunto il suo orgasmo. E io? ancora a cazzo dritto, decisi che era il momento di mettere in azione l’indiziato, così avrei anche provato se la mia defaiance si ripresentava. Mi posizionai dietro di lei sul divano ed iniziai ad introdurre pian piano il mio pisello nella sua figa, lei appena sentì la punta che si faceva strada, spinse indietro il bacino facendolo entrare fino in fondo tutto in un colpo. un gridolino ed un sospiro segnarono il fine corsa, era talmente bagnata che sembrava avesse spalmato le pareti di olio. Iniziai così un andirivieni a volte lento a volte furioso sempre arrivando quasi ad estrarre il cazzo dalla figa per poi riprecipitarlo dentro. La feci rimettere alla pecorina con il mento appoggiato allo schienale ed continuai a stantuffarla a più non posso. Le feci stringere le cosce almeno trovavo un po’ di resistenza ed iniziai a sentire l’eiaculazione salire prepotente, mi fermai un attimo per ritardare lo schizzo, e con la lingua tornai a leccare gli orifizi del mio medico, il culo si mostrava sempre più elastico e dilatato tanto che iniziai una lenta penetrazione col pollice. Bloccata per un altro po’ l’eiaculazione ricominciai a scoparla a pecora dando colpi sempre più forti infilando sempre di più il pollice nel culo e girandolo anche un po’. Iniziai a pensare di di penetrarla analmente. detto fatto estrassi un bagnatissimo cazzo dalla sua fica e senza alcuno sforzo passai al foro posteriore, che era così bagnato e dilatato che sembrava di essere entrati in un’altra fica, mi venne in mente che mi stavo inculando la mia dottoressa, non una donna qualsiasi, la mia dottoressa ed iniziai un andirivieni frenetico, volevo sborrarle nel culo, ma prima voleva farla godere anche con il suo posteriore. Alternai così momenti di frenesia a momenti di lentezza esasperate stando ben attento a non far mai uscire del tutto il pisello dal culo, quando mi resi conto che stava arrivando un altro orgasmo squassante decisi che potevo godere. Uno schizzo forte e lungo seguito da altri schizzetti di minore intensità con un piacere dato dall’aver posseduto in tutti i modi una bella donna, ma a maggior ragione perché era il mio medico curante. Estrassi il cazzo ancora un po’ rigido e gocciolante con un rumore come di una bottiglia che viene stappata ed una colata di sperma che arrivò fino a terra. Mi sdraiai vicino a lei per riposarmi un po’ carezzandola e baciandola, quando lei dopo qualche minuto di coccole mi guardò e mi disse con aria soddisfatta “ Ma tu non eri quello che era venuto a farsi visitare per problemi erettili?”” Si vede che la cura che mi hai prescritto ha funzionato” “Ề ancora da vedere, perché una rondine non fa primavera, sicuramente questa è una cura da ripetere, anzi se non hai altri impegni vorrei tentare un altro esperimento, ma non stasera, che devo visitare a domicilio, guardo la mia agenda e ti faccio sapere”. (continua)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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